Testimonianza di Ivo Maggi sull’Eccidio di Sant’Anna di Stazzema

Testimonianze del passato” – Per non dimenticare.
In questa sezione vorremmo raccogliere le testimonianze di nonni, zii, parenti o amici che hanno vissuto o hanno da raccontare una esperienza di vita su episodi del nostro passato. Possiamo organizzare anche delle video interviste per farci raccontare e, appunto, per non dimenticare.

Testimonianza di Ivo Maggi, nonno di Alice Trasarti

25 Aprile 2012 - Alice e il nonno Ivo

Quando i tedeschi occuparono Pietrasanta, il 10 settembre 1943, avevo 14 anni, venne presto ordinata l’evacuazione dei civili affinché le SS del maggiore Reder potessero attrezzare le fortificazioni della “linea gotica”.

Con la famiglia mi trasferii nella vicina frazione di Valdicastello Carducci ospitati da conoscenti.

In quel periodo collaborai con la Resistenza portando in montagna, assieme ai Partigiani, cibo e materiale avuto dalla locale filiale della cooperativa di Pietrasanta. Conoscevo ed ero amico, fin dall’infanzia, del partigiano Pietro Rovai, caduto in uno scontro con tedeschi e fascisti, al quale è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria e il Comune gli ha anche intitolato una strada.

A fine luglio del ’44 trascorsi alcuni giorni a S.Anna di Stazzema nella casa alla “vaccareccia” dove era sfollata una sorella di mia madre, Bianca Navari Bibolotti, con il marito Umberto, la figlia, mia cugina Genni Bibolotti in Marsili, cui è stata conferita, alla memoria, una medaglia d’oro al valore civile per l’atto compiuto nella tragica vicenda tristemente nota come “la strage di S.Anna di Stazzema”. Mia cugine, togliendosi lo zoccolo, unica arma che aveva, e gettandolo contro un tedesco per fermarlo in modo da distrarlo e impedirgli di vedere il proprio figlio, Mario Marsili, nascosto dietro una porta gli permise di salvarsi nonostante le gravissime ustioni riportate dal collo al punto vita. Mario così, quella notte stessa, ebbe modo di raccontarmi cosa era successo. I fatti da lui descritti li potei purtroppo effettivamente verificare quattro giorni dopo andando sul luogo e vedendo i corpi bruciati nelle stesse posizioni da lui descritte. Il gruppo più grande dei trucidati, quelli davanti la chiesa con il Parroco Don Lazzari, erano già stati sotterrati dai partigiani, nel cui gruppo era anche Elio Toaf giovane partigiano della “Brigata Garibaldi” gruppo “Gino Lombardi” poi per più di cinquant’anni Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma. Con lui parlai ricordandogli anche i quattordici uomini assassinati nel canale di Valdicastello nella sera stesa dell’eccidio e susseguente al rastrellamento li fatto. Mi disse che quel giorno lui era a Monteggiori alla ricerca di cibo. Durante il rastrellamento, io minuto fisicamente, scalzo, in mutande e canottiera, non ero scappato e assistetti alla cattura dei conoscenti che ci avevano ospitato: Aldo Leonardi e Giuseppe Bramanti, mi avevano detto che erano stanchi di scappare. Furono assassinati il primo a Vinca e il secondo a S. Terenza assieme ad altre decine di rastrellati il 12 agosto e questo lo capii perché li riconobbi in alcune foto custodite nel “Museo della Resistenza” a S.Anna.

Pochi giorni dopo l’eccidio gli sfollati furono fatti rientrare a Pietrasanta. Mia madre ed io fummo visitati dai fascisti della decima mas e dalla milizia, cercavano mio fratello richiamato per la Repubblica di Salò: non si era presentato, stava con i Partigiani.

Mio padre era stato portato via dai tedeschi. A seguito di un bombardamento degli americani a Piacenza nella caserma dove era rinchiuso una esplosione aveva aperto un varco nelle mura di cinta e riusci a fuggire, raggiungere e superare le linee del fronte con l’aiuto dei partigiani. Fu poi preso in consegna per un controllo dalle truppe americane, con le quali peraltro collaboravo dal 19 settembre del ’44, data della liberazione di Pietrasanta, fu subito rilasciato. Era la 598° Compagnia della 92° Divisione Buffalo, composta da afro americani. Questa salvò anche mio fratello che era rimasto ferito da una granata tedesca inviando una Jeep con infermiere e barella. Dopo ben quattro soste per trasfusioni nei pronti soccorsi incontrati strada facendo giungemmo nell’ospedale da campo della compagnia a Viareggio dove fu ricoverato, operato e salvato.

Ho partecipato con la 598° Compagnia, dopo le soste in alcune località (Sarzanello e Chiavari) dove i partigiani stavano eliminando alcune resistenze di fascisti e tedeschi, all’incontro con la popolazione festante di Genova sul Viale al Mare vicino al Porto. Compito della compagnia era quello di prendere in consegna le truppe tedesche che già si erano arrese al comando partigiano. Era il 27 aprile e il 28, accompagnato da una Jeep della compagnia, ritornai a Pietrasanta per celebrare in libertà dopo molti anni la festa del lavoro del 1° maggio.

Per approfondire:

Wikipedia: Eccidio di Sant’Anna di Stazzema

http://www.santannadistazzema.org/sezioni/LA%20MEMORIA/

 

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