Dialogo: ricchezza o fastidio?

Pubblichiamo qui di seguito la Lettera aperta al Consiglio di Istituto e a tutti i genitori dei Licei Vittoria Colonna di Roma inviata dal rappresentante dei genitori in consiglio Roberto Trasarti.

Vi invitiamo ad esprimervi su quanto accaduto anche, se volete, attraverso commenti a questa pagina.
Vi preghiamo solo di mantenere sempre toni civili sia che siate in disaccordo sia che siate d’accordo con quanto espresso da altri. Diamo un buon esempio ai nostri ragazzi: la forza delle idee e l’arroganza non parlano la stessa lingua!

 

Roma, 23 ottobre 2015

Al Presidente del Consiglio d’Istituto
Ai membri del Consiglio d’Istituto
e p.c. a tutti i genitori
dei Licei Vittoria Colonna di Roma

Caro Presidente, gentilissimi rappresentanti del Consiglio d’Istituto,
è con amarezza e profonda tristezza che scrivo per raccontarvi un episodio davvero increscioso che si è verificato il 22 ottobre 2015 e del quale forse già molti di voi hanno avuto notizia.
Volevo raccontarvi la mia versione dei fatti per farvi avere un quadro completo, utile a formare la vostra opinione su quanto accaduto.
Il giorno 21 ottobre 2015, presso l’aula magna dell’Istituto, si è svolta un’assemblea del Comitato dei Genitori nella quale è stato anche presentato il nuovo blog del comitato. All’assemblea era presente anche la Dirigente Scolastica. Il sito del blog, che potete visitare all’indirizzo internet http://genitoricolonna.altervista.org, è il frutto di un lavoro intenso di un gruppo di genitori che hanno sempre voluto portare un contributo utile e propositivo, anche critico, come è normale che sia. Già all’assemblea avevamo distribuito un piccolo foglio informativo (che allego alla presente) con i riferimenti del Comitato (indirizzo email, indirizzo del blog e pagina facebook) e io personalmente avevo annunciato che lo avremmo distribuito anche il giorno seguente in occasione dei consigli di classe.
La necessità di informare con questo mezzo i genitori scaturiva anche dal mancato invio via mail da parte della scuola dell’invito all’assemblea e dalla mancata pubblicazione dello stesso sulla pagina web dell’Istituto come era stato richiesto e come solitamente dovrebbe essere fatto. Questo chiaramente rendeva praticamente invisibile il Comitato ai genitori, soprattutto quelli delle prime classi.
Il giorno 22 ottobre 2015 alle ore 15, come avevamo deciso, mi sono recato con questi fogli a scuola. Inizialmente ci siamo posizionati all’interno del portone di scuola ma siamo stati invitati ad uscire dal personale ATA. Anche se già questo fatto ci aveva sorpresi in quanto non pensavamo di essere di troppo disturbo, ci siamo subito spostati all’esterno della scuola.
Poco dopo mi ha raggiunto la Preside dicendo che non ero autorizzato a stare lì a distribuire questi foglietti (che come ripeto lei conosceva perché li aveva visti e ricevuti personalmente il giorno prima all’Assemblea del Comitato dei Genitori). Ho gentilmente replicato che non eravamo più all’interno della scuola ma bensì sul suolo pubblico e che non ritenevamo di stare facendo alcunché di delittuoso. La DS ha quindi minacciato di chiamare i Carabinieri e al nostro rifiuto di interrompere quello che stavamo facendo lo ha quindi effettivamente fatto. Dopo alcuni minuti sono arrivati i Carabinieri che dopo essere stati a colloquio con la Preside hanno identificato me ed un altro genitore. Anche con i Carabinieri siamo stati sereni e sinceri, certi di non aver fatto niente di male. I carabinieri sono poi andati via senza peraltro costringerci a smettere di distribuire i foglietti ma semplicemente consigliandoci di non farlo all’interno della scuola.
Fin qui la cronaca.
Ora però vi invito a riflettere sul valore del dialogo e sul perché di tanto astio e di questo percepire sempre ogni forma di espressione di opinioni come un fastidio e come un crimine di lesa maestà.
La Preside ne fa una questione di legalità e di rispetto delle regole (quali?) ma a me sembra una motivazione davvero molto povera (a parte il fatto che non appena ci è stato detto siamo usciti da scuola) se la si confronta con la gravità di un atteggiamento così ostile al civile confronto delle idee e al motivo stesso del contendere; infatti, alla nostra richiesta di chiarimenti, ci è stato addirittura risposto di prendere appuntamento.
Rimango sbigottito dal solo pensare che genitori i quali, oltre a contribuire economicamente, hanno voglia di impegnarsi in prima persona, vengono invece trattati con tanto disprezzo e con la negazione di qualsiasi dialogo, mentre dovrebbero essere considerati dalla scuola come un bene prezioso. anche se a volte portatori di critiche o di richieste di approfondimenti. Del resto, il contraddittorio e la dialettica tra le parti dovrebbero costituire il fondamento del progetto per una scuola dell’accoglienza, inclusiva, partecipativa e democratica che è auspicata da tutte le riforme di questo Paese e che noi cittadini e genitori vorremmo per i nostri figli.
Ci siamo posti in modo pacato, ben disposti all’ascolto e al confronto civile, ma sinceramente non abbiamo visto da parte della Preside quell’atteggiamento di apertura e di vera disponibilità che il suo ruolo necessiterebbe. Le parole che troppo spesso ricorrono nella nostra Scuola sono esposto, querela, diffamazione e denuncia, a discapito di uno scambio dialettico che dovrebbe orientare e forgiare un Servizio Pubblico importante come una Scuola. Il contributo critico, ma anche propositivo, è visto solo come un intralcio, e non come un momento di confronto, magari anche molto acceso, ma costruttivo.
Caro Presidente, cari Consiglieri, termino qui questa mia lettera sperando di avervi dato sufficienti elementi per contribuire a costruirvi una vostra opinione.
Per qualsiasi chiarimento, come sempre, sono a vostra disposizione.
Cordiali Saluti
Roberto Trasarti

Allegato:foglietto_informativo

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2 commenti su “Dialogo: ricchezza o fastidio?

  1. Livia il said:
    Totale solidarietà a Roberto per quanto accaduto il 22 pomeriggio. Interpreto l’episodio come un attacco alla sua persona in quanto genitore attivo nel Comitato e nel CdI e dunque trade union delle due componenti genitori più importanti della scuola.
    Roberto è una persona squisita; se di una cosa mi posso felicitare nell’essere entrata a far parte del Liceo Colonna è di aver potuto conoscere alcune persone come lui. E’ persona affidabile, piena di attenzioni per tutti, capace e disponibile, è una persona che agisce sempre dopo acuta riflessione e dopo essersi accuratamente documentata, ricco di idee e di valori sani e accogliente verso tutti, sempre gentile e sorridente, capace di ascolto e di sostegno verso chi è in difficoltà, nutre istintivamente un profondo rispetto verso tutti e dovrebbe essere considerato dalla Scuola una grande risorsa.
    L’attacco personale che ha ricevuto l’altro pomeriggio, perché “reo” di aver sostato qualche minuto nell’atrio della scuola a dialogare con altri genitori e forse aver distribuito i foglietti informativi con i link del blog, della pagina Facebook e della mail del Comitato, è pretestuoso e gravissimo, volto a tacitare e ricondurre al silenzio un genitore portatore di critiche e analisi costruttive e circostanziate sulla scuola ed in particolare sul nostro Istituto.
    Roberto, una volta avvisato gentilmente dal personale ATA presente nell’atrio del Liceo di non poter sostare con i “pericolosi” foglietti in mano, è immediatamente uscito sulla strada e ha continuato insieme a me ed ad un altro genitore (anche lei identificata dai CC) a salutare i genitori che arrivavano per le assemblee di classe, spiegando brevemente che cos’è il Comitato Genitori, l’esistenza di nuovi strumenti per il dialogo tra pari e lasciando a chi acconsentiva, il foglietto informativo.
    Le motivazione della dirigente per chiamare addirittura i Carabinieri, anche dopo che Roberto era uscito dalla scuola, non trovano alcun fondamento. Addirittura i foglietti “incriminati” erano stati distribuiti a pacchetti dentro scuola ai genitori il pomeriggio precedente, durante una vivace assemblea del Comitato alla quale per la prima volta partecipava la dirigente, perché li distribuissero il giorno dopo (il 22 appunto) durante le assemblee della propria classe. Il tutto avveniva perciò davanti alla dirigente che non faceva obiezioni, anzi sapeva perfettamente che il giorno dopo si sarebbe proceduto alla distribuzione ulteriore davanti alla scuola per una informazione necessaria e capillare, conseguenza della sua stessa decisione di non informare più i genitori della scuola dell’esistenza di un Comitato. Dunque qual è stata la sorpresa di vedere le medesime persone, come annunciato, svolgere il compito di informare altri genitori? E’ dov’è il preteso dialogo costante con i genitori, se proprio in quel frangente un genitore ha chiesto alla dirigente di poter chiarire la questione e ha ricevuto come risposta di prendere un appuntamento?
    Dirò di più: come ho già affermato in assemblea c’è qualcosa che non mi è chiara. L’Istituto anni fa d’accordo con alcuni genitori ha sentito l’esigenza di costituire un Comitato Genitori (infatti molte scuole non lo hanno), di cui fanno parte tutti i genitori della scuola. Perché allora non viene data al Comitato nemmeno la possibilità di avere i contatti mail dei rappresentanti di classe? Si invoca la violazione della privacy e si promette, di fronte all’evidente contraddizione, di fare informazione sulle attività del Comitato attraverso il sito della scuola e di eseguire le convocazioni alle assemblee attraverso le mailing list a disposizione della segreteria. Tuttavia quando il lavoro del Comitato comincia a dare maggiore partecipazione e democrazia, a redigere sue mozioni da portare in Consiglio di Istituto, a creare suoi contatti e sinergie positive con le varie componenti della scuola, a voler diventare un punto di riferimento per tutti i genitori, a non lasciare il genitore ad affrontare da solo le proprie difficoltà, allora non è più gradito. Ecco, quindi, che il Comitato sparisce dal sito, non vengono inviate le comunicazioni delle assemblee ai genitori come concordato, si cerca di rendere difficoltosa la comunicazione tra le classi, si chiede di non veicolare problemi e difficoltà che invece sono comuni a molti e dunque devono essere trattate complessivamente.
    Da qui è nata la necessità di aprire un blog, dove i genitori possano dialogare e scambiare opinioni altrove, se la Scuola non vuole essere più un luogo di riferimento. Nasce l’esigenza di trovare un luogo lontano da conflitti capziosi e sterili, che sottraggono energie preziose, un luogo dove ognuno possa serenamente esprimersi e confrontarsi. Nasce l’esigenza di trovare nel web le risorse sottratte e di far si che tutti (anche quelli che non possono intervenire alle riunioni) abbiano la possibilità di essere in contatto e dialogare. Nasce l’esigenza di informare tutti che esiste questa opportunità e che ognuno serenamente e civilmente può decidere se utilizzarla o meno. Nasce una piazza virtuale dove si possono incontrare studenti, genitori e professori per parlare dei temi della scuola, dell’istruzione, della cultura, della società….Cose serie che non siamo disposti più a delegare a questa scuola, che riguardano da vicino i nostri ragazzi, il loro futuro e quello del nostro paese.
    • Maria Cristina truant il said:

      Completa solidarieta’ a Roberto
      Trasarti ed apprezzamento per il
      lavoro che insieme a Livia ed altri genitori state svolgendo.
      Non riesco proprio a capire il motivo ed il vantaggio di questo atteggiamento di chiusura da parte della
      Dirigente.
      Nella speranza che le cose possano
      migliorare vi saluto e vi auguro. Buona serata

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